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mercoledì 26 marzo 2014

La Sostenibilità del Debito e il conflitto d'interessi Italia - Germania

Sia La Banca d'Italia che la Commissione Europea hanno affrontato il dibattito sulla sostenibiltà dell'Euro in diversi documenti.
Qui di seguito riporto le fonti
Credo che questi documenti abbiano contato qualcosa nelle decisioni che hanno portato al:
1) Fiscal Compact
2) Pareggio di Bilancio nella Costituzione Italiana
Entrambe queste due misure sono state criticate da molti economisti e politici. Sarà per questo che gli Inglesi (economisti e banchieri D.O.C.) hanno rifiutato di sottoscrivere il Fiscal Compact?

Le basi teoriche
La sostenibilità del debito è valutata sotto due prospettive: in termini di stock ed in termini di flussi. Per esempio, se un uomo compra una casa da 200,000 euro e accende un mutuo di 180,000 euro, allora si potrà sostenere che a fronte di un attività di 200,000 euro ha una passività di 180,000. Nessuno penserebbe che questa persona sia povera. In ogni caso potrebbe vendere la casa per ripagare il debito.  Questo é un tipo di analisi di sostenibilità del debito in termini di Stock. L'altra valutazione è basata sui flussi. Sostanzialmente una banca si chiede se dato il proprio reddito, il mutuatario sia capace di ripagare sia la quota capitale che gli interesse inclusi nella rata del mutuo. Questa valutazione consiste nel confrontare il reddito mensile del mutuatario con la rata di mutuo da rimborsare. Le banche difficilmente erogheranno un mutuo in cui la rata mensile delllo stesso sia superiore ad un terzo del reddito mensile del mutuatario.
Nessuna di queste valutazioni è adottata per l'analisi dei bilanci pubblici. Quando l'oggetto dell'analisi è uno Stato, non si confrontano stock con stock e flussi con flussi (anche se questo sembrerebbe normale e logico), ma si confrontano entità diverse e tipicamente stock con flussi ossia debito esistente con valore aggiunto prodotto (PIL).
Se si confrontasse lo stock di debito con lo stock di ricchezza, l'Italia risulterebbe chiaramente ipersolvibile. Infatti, gli Italiani sono tra i più ricchi d'Europa. La ricchezza degli Italiani, da fonti Bankitalia ammonta a 8619 miliardi di euro, l'80% degli italiani è proprietario della casa in cui vive ed il settore privato è tra i meno indebitati del mondo. Paragonando lo Stato Italiano ad un mutuatario, l'entità del "mutuo" sarebbe di  2000 miliardi (debito pubblico) più 3000 miliardi (debiti privati) a fronte di una "casa" del  valore di circa 8619 miliardi di euro (le ricchezze totali degli Italiani).
In finanza pubblica però la prassi è diversa e si confronta lo stock di debito pubblico con il flusso di ricchezza generato in un anno (PIL) e si effettuano valutazioni sulla base di questo indicatore. Il motivo di questo approccio può esere parzialmente spiegato da ragioni prudenziali. Per esempio il debito pubblico deve essere sostanzialmente privo di rischio e non può essere confrontato con quello di un privato che può perdere il proprio posto di lavoro. Inoltre è difficile valutare la ricchezza della pubblica amministrazione. Inoltre durante crisi di liquidità uno Stato potrebbe non essere capace di liquidare le porprie ricchezze al valore di libro. 
Quindi nonostante personalmente io abbia una grossa dose di scetticismo nella qualità di indicatori che confrontano grandezze non omogenee , la sostenibilità del debito si è classicamente analizzata prendendo il considerazione il rapporto debito/PIL e la sua evoluzione temporale

Il modello classico

La dinamica del rapport Debito/PIL  è influenza da 3 variabili:
1) Il "differenziale" tra tassi d'interesse e crescita
2) L'avanzo primario
3) i raccordi tra disavanzo e debito
La prima variabile è anche chiamata Snow Ball (Palla Di Neve) perchè è quella che può avere l'effetto più dirompente di tutti. In sostanza ci dice che l'evoluzione del rapporto Debito/PIL dipende molto dagli interessi pagati sul debito (i) e dal tasso di cresita dell'Economia (y). Più l'interesse è alto, più il rapporto debito PIL aumenterà. Più il tasso di crescità è alto più il rapporto Debito/PIL diminuirà. L'effetto congiunto tra questi due fattori contrastanti è tanto più importante quanto più grande è il rapporto Debito/PIL.
L'avanzio primario è semplicemente la differenza tra le entrate e le spese rapportate al PIL prima del pagamento degli interessi. Più tasse si pagano e meno spese pubbliche si sostengono tanto più si riduce il rapporto Debito/PIL
Il raccordo invece contiene tutte quelle poste che derivano dalla vendita del Patrimonio dello Stato (in riduzione del debito) oppure dagli aiuti dello Stato al sistema finanziario per esempio i 4 Miliardi a Monte dei Paschi (ad incremento del debito).
 
Il problema dei politici: prendere gli economisti sul serio
Gli economisti della commissione Europea sono giunti ad una forma contratta della formula precedente facendo una serie di assunzioni semplificatorie. Le semplificazioni sono pratiche normali in economia dove il lungo periodo tipicamente è diverso dal breve periodo.
Il più grande problema si crea quando i politici prendono una formula semplificatoria come un dogma, dimenticandosi delle assunzioni e perdendo il contatto con la realtà.
Questo è esattamente accaduto ai governi europei col Fiscal Compact.
La formula semplificatoria che ha portato al Fiscal Compact deriva dalle seguenti assunzioni:
1) tassi di interesse uguali per tutti i paesi Europei e costanti
2) tassi di crescita uguali per tutti i paesi Europei e costanti
3) il debito deve essere pagato in un arco di tempo finito
 
Secondo la formula contratta e semplificatoria della sostenibilità del debito pubblico, un debito è sostenibile quando può essere pagato in un arco di tempo finito ed è pari o minore alla somma di tutti gli avanzi primari tra il periodo iniziale ed il periodo di rimborso del debito.
Da questa forma contratta si è giunti al dogma della necessità degli avanzi primari per rendere il debito sostenibile e quindi rimborsabile. 
questo approccio ha i seguenti punti deboli:
1) Le assunzioni che sono alquanto irrealistiche e attribuiscono poca importanza all'effetto snowball che al contrario è il più importante nel breve termine.
2) L'assunzione di tassi d'interesse e crescita non considera le correlazioni esistenti tra queste variabili.
 
3) La semplificazione non considera il debito "implicito". Questo debito e' l'insieme degli impegni assunti da uno Stato nei confronti del proprio popolo e dipende dalla struttura della popolazione per coorti di età. Da questo punto di vista in verità la Commissione Europea ha fornito indicatori di sostenibilità del debito a lungo termine. Secondo questi indicatori l'Italia guida la classifica dei paesi  europei per sostenibilità del debito a lungo termine (indicatore s2)
 
L'evidenza empirica
L'evidenza empirica della politica del rigore consistente in tagli alla spesa pubblica ed eccesso di tasse per ottenere avanzi primari è sostanzialmente fallimentare. Non solo i rapporti debito/PIL sono aumentati ma le economie Europee virtuose e non, hanno sperimentato altissimi tassi di disoccupazione.
In questo caso non si capisce l'ostinazione della burocrazia europea nel non ammettere ciò che è evidente: hanno fallito. Si può credere a tutto ma bisognerebbe assumere l'approccio dell'empirista scettico di Nassim Nicolas Taleb che non crede finchè non vede.  In Europa invece i burocrati credono anche se vedono il contrario. In realtà questo è un grave problema epistemologico che si vede un po' in tutti i campi della vita umana che passa sotto il nome di "Confirmation Olism". 

L'apertura di credito di Schauble nei confronti di Renzi nonchè della Bundesbank per un Quantitative Easing Europeo sta forse segnando un cambio d'orizzonte nella politica Europea

Il conflitto d'interesse Germania - Italia
E' possibile che questa situazione persista nonostante l'evidente fallimento della politica Europea del rigore? Evidentemente sì ma non perchè i nostri Partner Europei siano stupidi. Quindi il motivo della persistenza deve essere trovato altrove.
Effettivamente guardando alla prima equazione si capisce il grandissimo conflitto d'interesse tra Germania ed il resto dell'Europa e soprattutto l'Italia.
Per la Germania, il differenziale tra tassi d'interesse e crescita è negativo. Questo è conseguenza anche dell'effetto Spread. Tale effetto consente alla Germania di finanziarsi quasi a costo zero e grazie ala crescita diminuire il debito. Inoltre la Germania può alimentare un disavanzo primario proprio grazie all'effetto snowball a costo zero. Tale posizione si rafforza al peggiormento delle condizioni degli altri paesi che adottano la sua stessa moneta.
Per l'Italia la situazione è contraria.
L'Avanzo primario è stato positivo del 2,2% del PIL nel 2013
L'effetto differenziale tra tassi d'interesse e crescita Debito/PIL è stato pari ad almeno il -5,2% del PIL. L'Italia quindi nonstante i forti sforzi per ottenere un avanzo primario ha visto l'effetto snowball prevalere di gran lunga in negativo grazie all'imponente debito.
E' chiaro che l'Italia deve intervenire sul differenziale tra tasso d'interesse e crescita per rendere il debito sostenibile. Invece da anni la politica dettata dall'Europa e adottata dall'Italia consistente nel creare avanzi primari e dando meno importanza alla crescita non ha fatto altro che deteriore ulteriormente il rapporto Debito/PIL.
In realtà l'avanzo primario Italiano è positivo da anni, ma l'incremento dell'imposizione fiscale ha avuto effetti disastrosi sulla crescita del PIL rendendo meno sostenibile il Debito.

Chi uscirà prima dall'Euro?
L'Euro così com'è danneggia l'Italia e favorisce la Germania. Se l'Europa non lascerà che il focus si sposti sul rapporto Debito/PIL anzicchè sul Deficit e  non aumenterà il tasso d'inflazione, l'Euro non avrà più la forza politica per andare avanti.
 

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